Giorgio mi invita per l’intervista nel suo negozio di via Germanico, a Prati. Entro e scendo le scale che mi portano in quello che deve essere un sogno per un corridore. Scatole di scarpe ovunque, esposte, negli scaffali, sopra e sotto le sedie, su mensole che pendono dal soffitto. Pantaloncini e magliette che sbucano da cassetti che non avresti potuto immaginare esserci. Orologi, solette, calze. Nei 30 metri quadri, c’è anche posto per un tapis roulant dove provare le scarpe. E’ un luogo magico. Ma più che per il posto in sè, per l’accoglienza e la familiarità che traspira da ogni molecola. Giorgio mi accoglie e mi dice di “mettermi comoda”. Sta servendo i clienti che occupano tutte le sedie. Sono 4 persone, ma il negozio è già saturo. Mi metto “comoda” in piedi a fianco della cassa. E mi sento davvero comoda, lì a guardare Giorgio che con una pazienza da “bonzo” ascolta e asseconda i suoi clienti nelle loro richieste. E’ da solo in negozio. Ma la sua gentilezza e disponibilità gli basta per far sentire tutti al centro della sua attenzione. Mi sento anche io così. Chi lo conosce per la sua fama, si sente un pivellino a raccontare quali sono le esigenze per correre i suoi kilometrini. Chi non lo sa, invece, non potrebbe mai immaginarsi che la persona che lo sta servendo è un campione mondiale che ogni giorno si fa 30 chilometri di allenamento. L’umiltà con cui invece Giorgio dà valore ad ogni chilometro corso dai suoi clienti è autentica. Tra i clienti scopro che c’è anche un’altra celebrità: un signore di circa 60 anni senza fissa dimora famoso perché non ha rinunciato alla sua passione per la corsa. Da Giorgio sa di poter contare su un trattamento d’amicizia. Quando cominciamo a vedere la possibilità di avere del tempo per parlare io e lui, entra Emiliano, amico e socio dell’Associazione Sportiva Calcaterra. Stanno preparando tutti e due “Il Passatore”, la 100 km che ha reso celebre Giorgio. Mi raccontano che quest’anno Giorgio non sarà al top per la gara perché rientra da un infortunio. “Come ti sei infortunato?” gli chiedo. “A gennaio mi sono fatto male durante una gara. Faceva freddo e non ho fatto riscaldamento. Sai, non sempre fai in tempo a scaldarti prima della partenza. Non puoi non essere disponibile se qualcuno ti chiede una foto. Che fai? Je dici me devo riscaldà? Non si fa!”. L’umiltà e la genuinità di Giorgio ti colpiscono anche solo nel vederlo, ma quando poi ci parli ti invadono e non puoi fare a meno di volergli bene.
Intervista a cura di Luna Tovaglieri.
Leggi l’intera intervista sul n. 3 di Omega al link seguente: