Spoilero: a scuola non si torna quest’anno. Non sono un complottista né ho spie al Ministero. Ragiono. La scuola è la prima a chiudere e l’ultima a riaprire in una condizione di epidemia. Otto milioni di studenti, 1 milione di insegnanti, un paio di decine di milioni di contatti (per difetto). Ogni ragazzo o ragazza, ogni bimbo, affidato nelle mani dell’Utorità pubblica (come direbbe Gadda), deve essere messo in condizione di sicurezza. Quando avremo ospedali deserti e treni pieni di pendolari, torneremo a scuola. Mi sfugge il motivo per il quale la ministra pentastellata si sia infagottata con variabili che dipendono da variabili, pur di non dire pane al pane, sul futuro dell’istruzione. Come in un vaffa day, avrebbe dovuto gridare le decisioni già prese: abolizione dell’esame di stato sia per la maturità (tranne un affettuoso colloquio) che per la terza media! Abolizione delle bocciature di ogni ordine e grado! Amnistia per gli insufficienti! Grazia per gli assenteisti! Onore con lode agli studiosi! E invece si è trincerata in verbosità inutili, come quelle sul sei “politico”, leggermente anacronistico (roba di mezzo secolo fa).
Per il resto, ha detto, ci penseremo a settembre, come diceva mia madre quando io e mio fratello volevamo comprare qualcosa di costoso.
Bene, ma che succede a settembre? Anche qui spoilero. Sarà un caos! Fino a che il virus non è debellato da un vaccino, dobbiamo seguire usanze, oramai consolidate dalla paura, come lavarsi le mani, usare le mascherine e soprattutto il distanziamento sociale. Che però mica possono permetterselo tutti! Per esempio non se lo può permettere chi va a lavorare in treno o in metro e soprattutto chi va a scuola con classi composte da trenta alunni, che ancora debbono imparare a stare seduti, e assembramenti sediziosi durante le ricreazioni. Quindi? Quali proposte? Classi da quindici? Computer e tablet per tutti? Connessioni gratis in ogni paese italiota? Lezioni da vedere a casa e conversazioni in classe (Flipped Classroom!!!???)? Insegnanti illuminati che lavorano il doppio e vengono valutati per l’impegno o la resa? Assunzioni di massa senza concorsi? Messa in sicurezza degli istituti e acquisizioni di nuovi immobili?
Col declino dell’emergenza, il Ministero non penserà certo alla didattica: sarà alle prese con vertenze, proteste di ogni tipo, scontri all’arma bianca su stipendi, assunzioni, orari di lavoro, straordinari, ferie, malattie, indennità, precariato, supplenze e controsupplenze; fiumi di riunioni con i rappresentanti sindacali, autonomi, di base, confederati, autorganizzati, di destra, sinistra, di sopra e di sotto. Questa sarà la loro fase 2. E la Scuola?
Nelle scuole non ci sarà la Fase 2, ma la Fase 0; si aprirà una stagione che rimarrà nella storia al pari della fondazione dell’Accademia di Platone, del Liceo di Aristotele, del Giardino di Epicuro, della Scuola di Epitteto. Lontani dai palazzi della politica, mi immagino genitori, studenti e insegnanti appassionati formare Comitati per la Liberazione della Scuola (CLS). “Nessuno studente deve essere lasciato indietro”: lo slogan campeggerà fuori da ogni istituto. Per la prima volta, senza voti né ricatti né umiliazioni, la cultura dell’umanesimo nuovo che non solo consola e protegge come voleva Vittorini, ma che nutre e fa fiorire come un nuovo Rinascimento, sarà messa al primo posto. Le scuole riapriranno in un clima di comunanza e solidarietà. A posto delle classi, si formeranno piccoli gruppi di studio, seguiti non solo a distanza, ma riuniti in presenza, con tanto di mascherine colorate e distanziamento sociale, magari nei giardini, nei parchi, quando ancora il clima mediterraneo lo permette. Emergerà finalmente una didattica creativa fatta di dialogo, ascolto, scambio. La liberazione passerà attraverso una rivoluzione paradigmatica: la formazione ad personam! Per ogni studente, ci sarà un tutor/coach/insegnante, magari scelto fra i docenti più appassionati, che lo segue allenando le sue facoltà, scovando le sue vocazioni, aiutandolo nel metodo di studio. Il tutor/coach/insegnante sarà al servizio degli altri insegnanti, sollecitando la didattica in funzione delle potenzialità dello studente. L’istruzione si trasformerà attraverso le relazioni diadiche e questo paradigma rivoluzionario ispirerà ogni rinnovamento. Le relazioni umane finalmente riprenderanno il centro della scena pedagogica. Ogni studente seguirà i suoi corsi, si relazionerà con gli altri insegnanti e studenti, parteciperà ai gruppi di studio, sarà coinvolto nelle ricerche, allenerà la sua creatività e farà sport (magari tennis o paddle! per mantenere le distanze); durante l’orario scolastico farà anche i compiti, mentre fuori dalla scuola seguirà le sue passioni e vedrà i suoi amici (sempre in sicurezza), e all’inizio di ogni settimana avrà l’incontro con il suo mentore. I migliori fra gli studenti, perché più motivati e impegnati, verranno coinvolti nel proporre temi e lezioni, sperimentando la bellezza di insegnare e non solo di apprendere.
Un’utopia irrealizzabile? Un sogno? Forse. Ma chi, sano di mente, può pensare che il primo settembre la scuola riapra come se non fosse successo niente? Questa è la vera utopia negativa!
Almeno io faccio sogni belli. W La Fase Zero!
Luca Stanchieri