Amore e integrità
Appunti in preparazione del Seminario sulle Relazioni d’Amore – 9-10 settembre
Alcuni anni fa durante un campus per gli adolescenti organizzato dalla Scuola di Coaching Umanistico, decisi di scoprire quali erano i valori e le potenzialità più stimate dai giovani che partecipavano. Somministrai il nostro test sulle potenzialità personali e analizzai le statistiche dei risultati. L’amore per l’apprendimento, accostato alla scuola e all’imparare, ebbe una pessima valutazione. L’amore e l’integrità furono le potenzialità valoriali più gettonate.
Certo, è comprensibile che l’amare, come ambito relazionale sentimentale, e l’integrità, come scoperta della propria identità, fossero valorizzate dagli adolescenti come le loro principali potenzialità da sviluppare. Relazionarsi e differenziarsi sono compiti esistenziali che nell’adolescenza trovano i primi banchi di prova. Ciò che mi colpì discutendone con loro fu la loro combinazione: l’amore integro e l’integrità amorevole.
Ho ritrovato questi temi in tantissime sessioni di coaching negli anni a seguire. A volte in termini di valori repressi, altre volte come coordinate costruttive. L’amore integro comporta amare l’altro nella sua integrità (e non come vorremmo che fosse), l’essere amati ha senso solo se si è amati per chi si è veramente; l’amore integro implica lealtà, ovvero la ricerca, la costruzione, l’espressione e la condivisione del bene e della verità (di un bene vero e condiviso).
L’integrità amorevole comporta invece la ricerca del vero Sé, della nostra identità, dell’amarsi per esprimersi. E’ amorevole perché può fondarsi sulla gratitudine di essere vivi, dunque sul supremo bene che è la vita stessa. Essere integri non significa solo essere sinceri, significa essere aperti all’evoluzione del proprio divenire. L’integrità è un triplice movimento: di ricerca, di espressione e di percezione. Di ricerca in quanto la propria identità, chi si è veramente, dipende dalla scoperta e dalla creazione (che cosa hai scoperto di te? Che cosa hai creato per essere te?); di espressione, perché essere significa mostrarsi (per questo l’integrità è un valore del coraggio); di percezione, perché essere integri significa anche osservare, ascoltare, conoscere l’altro con il cuore aperto, senza pregiudizi e strumentalismi.
Fra amore e integrità, nella mia esperienza, c’è sempre un terzo incomodo: la paura. Una paura che ci attraversa vento fra gli alberi e ci scuote riuscendo a creare diffidenze, ritrosie, incomprensioni. Arriviamo ad aver paura di esprimere sentimenti positivi perché l’altro potrebbe averne paura. Rischiamo di allontanarlo. Abbiamo paura di affrontare problemi perché possono creare dolore, come se nasconderli lo evitasse. Abbiamo paura di ascoltare e dobbiamo subito pensare alla risposta prima ancora che l’altro termini la frase. Abbiamo paura di non essere all’altezza e trasformiamo la sessualità in un campo di prova, in un test, se non in una performance.
Amore, integrità e paura… I “miei” ragazzi in quel campus mi domandavano: “come riusciremo a viverli?”. Continuo ad allenare e allenarmi per scoprirlo. E voi?
Coach Umanista, Psicologo e Fondatore del Coaching Umanistico