L’Ondinnonk: la liberazione del potenziale umano
Da quando siamo piccoli ci dicono che se non riusciamo è perché abbiamo difetti, mancanze, limiti. Noi stessi quando non stiamo bene, ci autocritichiamo. Siamo spietati con noi stessi. Misuriamo la differenza fra noi e un modello “ideale” e facciamo di tutto per ridurla. La nostra stessa sofferenza sembra dipendere da una mancanza, il nostro miglioramento da una riduzione dello scarto. Il malessere stesso sorgerebbe da debolezze e fragilità. E’ un’immane fatica di Sisifo provare a essere migliori. La pietra dell’autostima rotola in basso al primo smacco.
C’è la possibilità di un altro punto di vista. Anticamente lo concepirono i Wendat, un gruppo etnico nativo americano di lingua irochese. Continua…
Coach, Presidente della Scuola e Fondatore del Coaching Umanistico