Il caffè è sul fuoco alle 5 e 30. L. accende le luci dello studio, sa che il sole sorgerà alle 7. Il buio di Roma è avvolto nel silenzio, ideale per scrivere.
L’alba giunge per prima nel Salento dove G. sta quasi finendo di organizzare la giornata della sua famiglia. Alle otto porta il bambino al nido e va al suo studio. La sua prima sessione è con una imprenditrice che deve affrontare i fratelli: legami familiari e societari, un impasto molto complesso.
E’ ancora piena estate sul lungomare di Palermo ma il traffico è quello di ogni giorno per C., che oggi aprirà la sede del Centro contro la Violenza sulle Donne, come Coach al servizio dell’autorealizzazione femminile e della sua autodifesa.
Dall’altra parte del vecchio regno delle due Sicilie, M.G. ha appena preso il caffè con il sindaco del suo paese, fra Napoli e Salerno, dove il comune ha investito per aprire uno sportello di coaching per i cittadini. Il sindaco vuole sapere come va, M.G. risponde come un adolescente: “Bene” (privacy…).
E mentre D. nel caos di una Napoli in pieno fermento sta cercando di mettere ordine ai suoi report per la supervisione, A. nel liceo scientifico-sportivo di Avezzano prende la parola. Apre il Seminario Sport e Vocazione, per la prima volta in Abruzzo. Seicento studenti pronti a ascoltarlo.
Alcuni di loro useranno il Metodo di Orientamento Vocazionale. A. ne sta mettendo a punto grafica e utilizzo online, senza smettere di parlare al telefono, scrivere email, rispondere su Facebook. I suoi appunti per lo Stage di aggiornamento sono là che aspettano di essere usati.
Il tempo scorre ed è ora del coffee break al seminario sulla Coaching Positive Leadership che P. ha messo a punto per un’azienda di formazione nei Castelli Romani. Non sarà la prima né l’ultima a commissionare contenuti e corsi per clienti terzi.
E infatti M. ha appena passato il check in per il suo aereo, che sorvolando il Mediterraneo, la porterà a Parigi, dove la aspettano manager arrabbiati, in gamba e depressi: parlerà di potenzialità in inglese e di management umanistico.
A mezzogiorno in punto arriva via Skype il “filosofo”, così chiama B. il suo cliente brillante e impaurito dal futuro; chiama dal nord Europa la sua coach romana.
Di filosofia e potenzialità umane, sta parlando nel suo raffinato studio di Modena D. a un giornalista locale, mandato da un cliente suo fan che farebbe di tutto per pubblicizzarla in quella terra dura e gioiosa, dove il coaching è prezioso.
E’ ora di pranzo e tempo di pausa a Vincenza al corso del Management Umanistico e Leadership Positiva: D. si gode la presenza di S., un responsabile delle risorse umane che sa combinare una dolce gentilezza a una determinazione ferrea. Parlano di figli di fronte a una tenerissima bistecca di manzo.
A Bolzano il pranzo finisce in fretta: i dirigenti delle case di riposo sono ansiosi di capire da M. come il coaching umanistico porterà nuovo benessere agli anziani e alla città.
Nel primo pomeriggio a Trento comincia il nuovo corso per disoccupati e cassaintegrati. R. è giovane, ma ha già ogni competenza per motivarli a trasformare la ricerca del lavoro in un’avventura di realizzazione personale e di cambiamento politico e sociale. Parlerà di autostima antifragile.
S., dall’altra parte del Nord, in una Torina calda e soleggiata, ripassa i suoi appunti. Oggi aspetta cinque sue clienti e, mentre sistema le sue schede, riflette sulla paura e sul coraggio delle donne, che non smettono mai di affascinarla.
A pochi chilometri da lei, un adolescente si lamenta del controllo pervasivo dei suoi genitori, non fa nulla di male e non comprende le loro paure; F. l’ascolta e, come ogni coach che si rispetti, ne è disorientato, sa che deve allenarla a padroneggiare e valorizzare il legame con gli adulti.
A Brescia, M. sta accogliendo il decimo giovane allo sportello di Coaching dell’Istituto tecnico e comincia a sentirsi stanca. B. invece è appena arrivata al campo da tennis e oggi dovrà affrontare i problemi a scuola del suo giovane campione, che gli impediscono di sviluppare il suo talento sportivo anche nella vita.
Il sole sta calando fra le vie rinascimentali di Verona, dove M. incontra al suo negozio l’imprenditore più caotico e creativo della sua carriera da Coach e Consulente. A volte non sa nemmeno se gli è utile, ma lui continua a volerlo vedere e a mandargli altri imprenditori come clienti.
A Milano, l’Hotel riceve la prenotazione per il corso per Coach professionisti per il prossimo anno. L’addetto alla reception ha detto che parteciperà.
E’ finalmente sera. L. ha visto l’ultimo cliente, nella sede della Scuola. Prende il suo aperitivo scherzando con i ragazzi del bar. Non può fare a meno di ammirarne umorismo e talento. Ma in cuor suo, pensa a S., sperando con tutto il cuore che superi la sua paura e finalmente avvii con coraggio la sua avventura come coach.
Luca Stanchieri
Coach e Direttore della Scuola di Coaching Umanistico