Aggiornamenti metodologici sul COACHING FORMATIVO PER INTERNAL-LEADERSHIP-COACHING
Sezione: Corporate Coaching
Tema: come combinare il coaching formativo di aula con le sessioni individuali.
La visione è il tema della prima giornata per il corso di formazione in Internal Leadership Coaching. La visione è un esercizio particolarmente bello e affascinante, ma è anche il più complesso. Sulla base dell’esperienza, alleniamo imprenditori e leader a immaginare e prefigurare il futuro possibile dell’azienda. Una visione ha una prospettiva temporale almeno di cinque anni. È una rappresentazione mentale e sentimentale del futuro dell’azienda. Non ha solo la meta, ma anche il significato di quella meta. Non ha solo aspetti concettuali ma anche fattuali attraverso l’esercizio della visual stimulation (l’imprenditore immagina la nuova sede, il numero di dipendenti, lo scenario di mercato, i nuovi prodotti). Quando la visione è sentita e condivisa, ha al suo interno anche la strategia, seppure in modo implicito. La meta, il suo significato, l’embrione di senso costituiscono l’identità aziendale forte. Come significato (o insieme di significati), la visione si candida a essere la matrice paradigmatica di percezione della contingenza; l’allenamento intorno alla visione genera una nuova rappresentazione mentale, complessa e sentimentale nel rapporto con il contesto, l’opera, l’essere nell’azienda. “Chi si è e cosa si fa” cambia. Come rappresentazione mentale condivisa e collettiva, la visione innanzitutto ispira i singoli ruoli. Alla visione generale si affiancano infatti le visioni particolari, che articolandola nelle specificità la arricchiscono, la vivificano e la realizzano. L’esercizio è particolarmente difficile perché forza le persone a sottrarsi dalle contingenze e vedere dall’alto, a distanza e in prospettiva, il proprio ruolo dal presente al futuro facendo i conti con le esperienze del passato. L’allenamento alla visione poi si combina con quello dei valori, che rappresentano un approfondimento della metodologia strategica.
Nelle sessioni di coaching individuali, dobbiamo tener conto di questi tre diversi aspetti:
1. La visione generale: come viene vista, vissuta e condivisa;
2. Le visioni di ruolo: come vengono elaborate, immaginate e forgiate;
3. I problemi e gli obiettivi contingenti: quali paradigmi ci sono nel percepirli e come la visione può allenare il cambio di questi paradigmi.
L’errore che può fare il coach:
1. Discutere della visione generale senza declinarla nei ruoli particolari;
2. Discutere della visione contrapponendola ai problemi contingenti (dobbiamo andare verso questo, ma in azienda intanto si fa così);
3. Separare la visione dalle contingenze, senza vedere i paradigmi disfunzionali rispetto alla visione.
Avendo presente i tre aspetti (visione generale, particolare e nuove rappresentazioni mentali), il coach ha una bussola che sul piano metodologico serve di guida per le sessioni. L’aspetto strutturato si differenzia dalle normali sessioni individuali, perché stiamo facendo corporate coaching. Ogni singolo è visto come parte del tutto e non isola a se stante.
Se la visione è chiara e condivisa, i paradigmi precedenti vengono sostituiti da rappresentazioni mentali nuove. È tanto più efficace quanto più la visione è frutto dello sviluppo delle potenzialità culturali presenti in azienda. Ancora una volta allenando le potenzialità potremo affrontare i punti critici.
Quello che si fa con la visione, va poi replicato in tutte le altre sessioni del corso.
Luca Stanchieri
Responsabile Team di Ricerca e Formazione
Scuola di Coaching Umanistico